Tratto dal mio libro....
Si chiamava Suke, aveva 9 anni. Un bambino vivace, allegro e sempre disponibile ad aiutare tutti. Era nato a Bangkok, in Tailandia, quando ancora le guerre di unificazione dell’est non erano cominciate e la pace regnava in oriente.
Viveva in un paesino lontano dalla periferia, un paradiso in confronto alle grandi metropoli. C’erano molti spazi verdi e la tecnologia e l’inquinamento non aveva del tutto contaminato quella zona. Tutti i giorni si svegliava nella sua casa di campagna ed anche se non aveva denaro, era felice.
Era figlio unico e aveva due genitori stupendi. I suoi nonni poi, li adorava, avrebbe fatto ogni cosa per renderli allegri e gioiosi.
Tutti nel piccolo paesino conoscevano Suke, era come un portafortuna per i cittadini, nessuno osava fare del male ne a lui ne alla sua famiglia, gli volevano troppo bene e lui si faceva voler bene.
Gli anni passarono e Suke diventò uno splendido sedicenne. Aveva ottimi voti a scuola e, quando poteva, aiutava i genitori e i nonni nella loro fattoria.
Una bellissima giornata di Agosto, le televisioni locali annunciarono l’intero stato in allarme rosso. La Tailandia era sotto l’attacco della Cina.
Il padre di Suke era stato chiamato dall’esercito e mandato sul campo di battaglia.
Lui e la sua famiglia, invece, si erano rifugiati nella taverna della piccola villa dove abitavano, avevano paura.
Alle volte, Suke, sentiva i bombardamenti fuori dall’abitazione, era preoccupato per il padre e aveva voglia di uscire fuori ad aiutarlo, ma purtroppo non poteva, la madre lo aveva minacciato, gli aveva detto che se sarebbe uscito, lei lo avrebbe seguito. Pochi giorni dopo il padre torno a casa anche se la guerra non era ancora finita. Disse alla famiglia che la guerra era troppo dura e che lui non ce la faceva più a combattere.
Suke era contento che era li con lui, al sicuro, ma era anche Dispiaciuto, la codardia del padre non lo tranquillizzava.
Il genitore del ragazzo si dimenava e urlava durante la notte, per colpa di orribili sogni che toccavano appena la sua mente. Urlava cosi tanto da coprire i suoni agghiaccianti delle detonazioni.
Pochi giorni dopo la Tailandia cadde sotto gli attacchi degli Orientali.
Le case vennero saccheggiate e depredate dai soldati nemici, quei soldati corrotti dalla violenza e senza coscienza.
Alla fine tocco alla casa di Suke, entrarono di sorpresa, quei maledetti, per prima cosa uccisero il padre davanti agli occhi del povero ragazzo, immobilizzato da altri due soldati. Passarono, poi, alla madre costringendola a metterla in ginocchio prima di sparargli. Infine uccisero i suoi adorati nonni, questa volta con un colpo di bastone tirato sulla nuca.
Il ragazzo non ce la fece più e con le lacrime che gli arrivavano in bocca urlò:
“ Bastardi! MI Vendicherò! Mi Vendicherò!”
Guardandolo dritto negli occhi, il soldato con più gradi disse:
“ Noi speriamo che tu ti vendicherai, anzi preghiamo che tu diventi la VENDETTA incarnata in una persona. Lasciatelo, forza”
Appena Suke fu libero prese un coltello che aveva nascosto giorni prima, aspettò che i soldati si fossero girati, dopodichè si scaglio all’attacco.
Colpi quattro volte sulle quattro schiene nemiche, lasciandoli agonizzare per terra.
Risparmiò solo l’ufficiale e guardandolo negli occhi disse :
“ Eccome se mi vendicherò! Stanne certo! Uccidimi finche sei in tempo, o soffrirai moltissimo. UCCIDIMI!!!!!!!”
L’ufficiale gli volto le spalle per la seconda volta, anche se non lo sapeva, aveva commesso il più grande errore della sua vita.
“Seguimi e non te ne pentirai, sfogherai la tua Vendetta su altre persone…”
Suke non lo ascoltò neanche e appena ebbe l’occasione lo sgozzò da dietro, senza pietà, facendolo affogare nel suo stesso sangue.
Da quel giorno si fece chiamare Vendetta e si mise al cospetto dello stesso Imperatore che aveva causato la morte dei suoi familiari.
La VENDETTA è riuscita ad incarnarsi in un uomo. Purtroppo, ha scelto bene.